Che tra SEO e Intelligenza Artificiale ci fosse una stretta relazione, i marketer lo sapevano da tempo. Eppure, da quando ChatGPT è uscito dal cerchio magico degli esperti e ha fatto il suo ingresso nelle vite di tutti i giorni delle persone, le cose, diciamocelo, sono un po' precipitate. C'è chi ha urlato alla morte della SEO, chi invece ha pontificato sull'inizio della sua prossima età dell’oro. Ma la verità, come sempre, sta nel mezzo.
Per questo HubSpot, in un recente articolo, ha intervistato una delle sue esperte SEO (Amanda Sellers, responsabile della strategia per blog in lingua inglese di HubSpot), per chiederle come trovare il giusto equilibrio tra SEO e Intelligenza Artificiale, adattando la prima alla seconda nella consapevolezza che non esiste (più) l'una senza l'altra.
Per capire il portato della materia che stiamo trattando, dobbiamo fare un passo indietro e inevitabilmente riferirci all'aggiornamento dell'algoritmo Google "Contenuti utili" e alla maggiore enfasi data dal colosso di Menlo Park al concetto di EEAT (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness) nei contenuti. Si tratta, infatti, di un un massiccio aggiornamento che Google ha apportato alla fine del 2022 all'algoritmo che sceglie i suoi rate di ricerca, ingenerando così una lunga serie di aggiornamenti aggiuntivi nel 2023 che miravano a promuovere contenuti che soddisfacessero le linee guida di qualità di Google, gli EEAT appunto.
"In entrambi i casi è evidente la risposta diretta di Google alla creazione di contenuti AI - afferma la Sellers - che sta ancora lavorando per garantire che nei risultati di ricerca compaiano contenuti pensati per gli esseri umani, e non i motori di ricerca". L’Intelligenza Artificiale generativa, diventata accessibile ai creatori di contenuti e ai proprietari di siti web, ha infatti aperto le porte a una maggiore proliferazione di contenuti, ma è bene fare attenzione: più quantità spesso non va di pari passo con il concetto di maggiore qualità. Anzi.
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Di fronte a cotanti cambiamenti, dunque, come si devono comportare i marketer e gli esperi che, in azienda o in agenzia, si occupano della materia? A rispondere è la stessa esperta HubSpot, Amanda Sellers, che ci dona 3 utili consigli per una strategia che sia ancora (se non più di prima) efficace.
"Produrre contenuti "freddi" e sempre attuali non basta più, perché anche ChatGPT può farlo. La soluzione, dunque, è pensare e creare qualcosa di unico, che non può essere trovate altrove", ha spiegato l'esperta. Questo si traduce in un contributo di un esperto, dati di settore raccolti dall'agenzia o dall'azienda stesse, o anche solo un tono divertente che fa tornare i lettori.
"Usa pure l'Intelligenza Artificiale per creare i tuoi contenuti, ma comprendi i suoi limiti e vai oltre. Come? Aggiungendo la tua prospettiva, unica e soprattutto umana", ha poi aggiunto la Sellers. Questa prospettiva unica è ciò che distinguerà il singolo contenuto da qualsiasi altro creato da ChatGPT sullo stesso tema.
Che si stia scrivendo un blog post, una newsletter o la landing page di un sito web, è molto importante avere sempre in mente il valore che si offre ai propri lettori. Ed è proprio qui che la Sellers appoggia la morale di tutta questa: "Non sono i motori di ricerca a leggere i tuoi contenuti: sono altri esseri umani".