Conoscere. Accontentare. Fidelizzare. E’ la formula magica del bravo commerciale, facile da dirsi difficile da attuarsi.
Con l’avvento di Internet e il rapido moltiplicarsi dell’offerta di strumenti digitali, le aziende sono quotidianamente impegnate nella gestione di un’enorme mole di dati che implica un ingente sforzo di tempo e risorse. Molte di queste informazioni sono poco attendibili, imprecise, asettiche e generiche e molte altre (proprio quelle che, magari, potrebbero essere importanti) si perdono nel mare magnum della rete.
Saper gestire in modo preciso e ordinato questa immensa quantità di dati oggi è essenziale per potenziare la redditività delle performance aziendali.
E’ necessario conoscere i propri interlocutori, dare un nome e un cognome a numeri e statistiche per poi attuare una strategia di comunicazione mirata e aumentare il livello di engagement di ogni singolo contatto. Accompagnare ogni lead nel suo percorso di crescita attraverso contenuti di valore fatti su misura per lui (personalizzati ma in modo automatizzato), passarlo al reparto sales solo quando realmente pronto all’acquisto e farlo diventare un cliente effettivo. Tracciare i comportamenti degli utenti in rete, riconoscerli e profilarli su una scala di valori emozionali. Utilizzare l’email marketing come strumento strategico ed evitare di trovare il proprio brand incagliato nella blacklist dello spam. Seguire i movimenti e le fasi di acquisto dell’utente su una piattaforma di e-commerce, analizzare il suo carrello e guidarlo nelle scelte d’acquisto future. Ottenere un report certo sui risultati delle campagne attuate, capirne le criticità e migliorarle.
Convertire una strategia tradizionalmente push in un workflow multidirezionale, crossmediale, interattivo e attrattivo.
Questo Re Mida delle aziende ha un nome: è la marketing automation. Sembra fantascienza, invece è possibile: già nel 2011 ben il 54% dei marketers americani ha dichiarato di avere iniziato a utilizzare soluzioni di marketing automation e un ulteriore 17% ha confermato di averne in programma l’adozione.*
Anche l’Italia ha finalmente allargato i suoi orizzonti verso la demand generation, una nuova fase del marketing in cui per fare la differenza bisogna saper riconoscere le differenze.
*fonte Wixab