Classe 71, adottivo digitale
Sono un “adottivo digitale” e ho visto cose che voi “nativi digitali” non potete nemmeno immaginare…
Ho cominciato a lavorare usando un oggetto chiamato fax perchè, ci crediate o no, era l’unico mezzo per inviare ai clienti proposte, presentazioni e contratti. Passavo le giornate a organizzare la mia agenda, rigorosamente cartacea, e a catalogare lettere e appunti. Ho assistito poi alla moltiplicazione dei byte e ho visto modem 14/4 trasformarsi, quasi per miracolo, in 28/8 fino a diventare fibra!
E nel tempo libero? Sono passato dal vinile alla cassetta, dal CD alla magia del laserdisc, e poi il minidisc, il dvd e il download: nel giro di pochi anni (voi eravate appena nati, forse) eravamo tutti dei rivoluzionari figli di Napster. Ho visto cose… ho visto gadget cinematografici usati in Star Trek o 007 diventare oggetti di uso quotidiano.
Noi adottivi digitali, uomini e donne di mezza età o poco più, siamo carichi di un’esperienza di vita difficile da comunicare a voi che non sapete nemmeno cosa è un LP, a voi che conoscete solo il WiFi, (e che senza vi sentireste persi perché la vostra selezione musicale su Spotify non funzionerebbe), a voi che oggi al massimo regalate una playlist o un buono per download gratuito.
Voi avete YouTube e una cultura usa-e-getta, noi abbiamo avuto “TopGun”, “PrettyWoman” “Dirty Dancing” “Grease” che, certo, non saranno pietre miliari del cinema, ma ci hanno dato una mano, per lo meno le care “olgettine” hanno avuto l’ispirazione direttamente da Julia Roberts sul cosa fare “da grandi”.
Ognuno è figlio dei suoi tempi e cresce con gli stimoli che lo circondano. Temo però che i nativi digitali (o millennials) di stimoli ne abbiano avuto qualcuno in meno. A noi adottivi affrontare il nuovo che avanzava ci ha insegnato ad avere un giudizio critico diverso, generalmente più analitico. I nativi non hanno dovuto adattarsi (in un periodo di poco più di 10 anni) al passaggio da analogico a digitale, da straordinario a quotidiano. Il nativo digitale nasce con tutto già pronto, vive quasi in una condizione di “aggiornamento” del sistema, come nei software così nella sua vita, non è parte di un movimento rivoluzionario, ma ne subisce il fascino, ne segue la moda. Voi passate continuamente da 2.0 a 2.1, a 2.2… il vostro sistema operativo nasce obsoleto 😉
Noi adottivi abbiamo dovuto necessariamente superare la difficile soglia d’ingresso e passare da un telefono a rotella a uno smartphone. Questo ci rende pronti al cambiamento (sembra paradossale) verso le nuove tendenze, alle quali spesso non diamo il giusto peso perché per esperienza le vediamo volatili, passeggere. È vero, a volte non sappiamo qual è la differenza tra un # o una @, però conosciamo il modo migliore per far interagire diverse informazioni. Sappiamo gestire quella che voi chiamate comunicazione “oldstyle” (e noi comunicazione “classica”), ovvero quella che porta al centro la strategia, quella che fa la differenza.
Il social, che voi nativi tanto amate, è semplicemente un mezzo, una scatola vuota e non un fine. E ciò succede perché attribuite troppo valore al contenitore dimenticando il contenuto. Ipotizziamo un’automobile, bellissima, comoda e sportiva, la bellezza del viaggio non è data dal mezzo, ma dall’itinerario. L’itinerario è cultura, è capacità di trasmettere, grazie alla conoscenza, sensazioni positive e memorabili. Questo si chiama Comunicazione.
Il contenuto della comunicazione non si può improvvisare. Un buon risultato si ottiene con anni di studio, lavoro ed esperienza, e mettere a frutto questa esperienza ci aiuterà a ritrovare il senso della nostra creatività e italianità. Basta nascondersi dietro a termini come content e storytelling perché la cultura è la base della strategia, non è e non sarà mai un neologismo anglofono a “fare” la comunicazione! Noi adottivi e nativi digitali italiani, siamo quelli che possono insegnare al mondo lo stile. Don Draper e Peggy Olson di Mad Man ci fanno una pippa, ehm… hanno solo da imparare!
In questi anni ho visto nascere e morire mode e mondi, li ho visti cambiare, evolvere, involvere e ritornare… tra adottivi e nativi la cosa migliore è lavorare come in una grande famiglia. E in SDWWG tutti facciamo la nostra parte!