Redazione - giu 20, 2022

Google Privacy Sandbox: il futuro della privacy online?

A partire dall’inizio del 2023 ci sarà una graduale eliminazione dei cookie di terze parti anche da parte di Google Chrome, adeguandosi agli altri browser come Safari e Firefox, che li bloccano già da anni.
Questo significa che non si potranno più utilizzare i cookie di terze parti per tracciare gli utenti e di conseguenza sono necessarie nuove modalità per creare degli annunci targettizzati. È difficile immaginare un ecosistema di digital advertising efficace senza cookie di terze parti poiché sono lo strumento per eccellenza per profilare gli utenti.

Le domande sono numerose: qual è la soluzione alternativa alle attuali pratiche di tracciamento? Quale sarà il futuro del digital advertising? Si potranno ancora indirizzare annunci mirati agli interessi degli utenti e analizzare le interazioni?

Google stesso sta lavorando già da un paio d’anni al progetto Privacy Sandbox, una piattaforma con standard trasparenti che permetterà di ottenere le stesse prestazioni con un maggiore rispetto della privacy degli utenti e di conseguenza risolvere una volta per tutte il contrasto tra privacy e pubblicità online.

Come funzionano i cookie di terze parti?

Permettono la profilazione dei visitatori su un sito web e col passare degli anni è diventata sempre più avanzata (e spesso all'insaputa dell’utente). I dati personali raccolti vanno dall’indirizzo IP, alla cronologia di ricerca fino a informazioni riservate come famiglia, salute, politica e molto altro. Sebbene non venga rivelata l’identità, ogni utente viene trattato come un’entità unica: combinando tra loro questi dati è possibile tracciare dei profili dettagliati dei consumatori, che vengono rivenduti agli inserzionisti per indirizzare gli annunci in modo mirato.

Quali sono gli obiettivi e le promesse del progetto Sandbox?

L’idea principale è di utilizzare dei sistemi di AI che consentano di tracciare i profili degli utenti in base agli interessi direttamente dal browser. In parole povere: evitare centinaia di cookie ed essere profilati da algoritmi integrati nei software o dispositivi.

Cosa comporterebbe tutto ciò?

  • Mostrare all’utente pubblicità mirate: le persone saranno incluse in coorti, ovvero dei cluster omogenei con interessi simili per evitare la condivisione di troppe informazioni personali. Lo stesso Google monitorerà la navigazione, comunicando ai siti web a quale tipo di pubblicità un utente potrebbe essere interessato.
  • Ridurre la quantità di informazioni personali condivise: collegato al punto precedente, le persone manterranno l’anonimato.
  • Misurare le conversioni dagli annunci: ad oggi le informazioni sono raccolte durante la visualizzazione delle pubblicità, con Sandbox potranno essere conservate sul proprio dispositivo.

Il dubbio su questo progetto è ovvio: è tutto nelle mani di Google, dall’idea alla realizzazione, gli strumenti, le tecnologie. Solo il tempo permetterà di capire se Google ha effettivamente mantenuto quanto dichiarato e garantito una maggiore protezione della privacy dei suoi utenti.

 

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Written by Redazione