Redazione - giu 28, 2018

Il neonarcisismo digitale di utenti e brand. Sempre più sinergici e sempre più in primo piano.

È la celebrazione del quotidiano, sono tempi moderni. Lo dimostra, e lo incrementa, il potere dei social network. È il momento del “selfie”. Mi autoscatto in ufficio, in palestra, in bagno, lo posto e lo condivido con il mondo.

In termini di marketing l’utente è anche il consumatore. Il nostro target è un attivo, curioso neo narciso digitale, che ama farsi vedere in ogni dove e ad ogni costo. Quale migliore leva allora per un brand se non la celebrazione del suo pubblico per farsi vedere a sua volta? 

A fianco di attori e testimonial ci sono ora i veri volti di mamma, dei colleghi e dei vicini di casa. Poi ci sono sconosciuti pescati nella rete e fatti saltare in primo piano. Con tanto di nome e cognome. Tutti con un talento da esibire e una storia da raccontare.

Si diventa protagonisti di messaggi promozionali, parti inconsapevoli di idee creative e strategie fino a trasformarci in brand stessi.

La bevanda più famosa al mondo ha lasciato spazio ai nomi dei consumatori sulle proprie confezioni, sfruttando al meglio le potenzialità virali. La crema spalmabile più famosa al mondo si è spinta oltre, iscrivendo gli stessi nomi nel proprio logo. Un compromesso relazionale tra marca e consumatore fino a qualche tempo fa impensabile. E ora possibile.

Dichiarato o meno l’invito è comunque allettante e il successo sembra essere alla portata di tutti. Un rischio però c’è: saremo tutti impegnati a proporci e non ci sarà più un pubblico disposto a guardarci con attenzione.

Un pensiero in più sarà così necessario: rivelarsi (o nascondersi) strategicamente, calibrando le presenze online sui tempi e sulle priorità dei target, così da risultare più interessanti e quindi più efficaci.

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